Ho scritto nel post precedente che gli ultimi mesi del 2017 sono stati ricchi di cose e di impegni lavorativi e non. Uno fra questi è una consulenza in un nuovo ospedale. Si tratterà di un periodo limitato, fino alla fine di giugno ma è comunque un’opportunità per ampliare le mie conoscenze e soprattutto confrontarmi con colleghi diversi. Insomma un motivo di crescita professionale oltre che economica. Che non guasta mai. Eh eh…
Sempre in ambito lavorativo (e non) questa fine dell’anno ha visto la nascita di una nuova app legata a “mammamedico” e alla precedente, ma completamente nuova.
Il suo nome è iDoc (qui trovi il link per scaricarla).
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Le bronchiectasie
Le bronchiectasie sono una forma di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), dovuta ad una malformazione cronica dei bronchi che perdono la loro caratteristica anatomica di “tubi” a pareti parallele, per diventare tortuosi, dilatati e sfiancati in vari punti lungo il loro decorso. In genere sono causate da infezioni o da altre condizioni che danneggiano le pareti delle vie aeree e impediscono un’adeguata eliminazione del muco, il cui accumulo espone al rischio di colonizzazione batterica e dunque a nuove infezioni che a loro volta possono produrre ulteriori danni alle vie aeree stesse, avviando un circolo vizioso. Col tempo i danni possono diventare così gravi da ostacolare il passaggio dell’aria attraverso le vie aeree e rendere difficoltosa l’ossigenazione di tutti gli organi e tessuti dell’organismo. Le bronchiectasie possono essere congenite, molto rare e già presenti alla nascita, dovute ad una malformazione fetale o neonatale. Sono responsabili di una serie di infezioni respiratorie molto precoci e talora molto gravi arrivando a compromettere anche la crescita del bambino. Tendenzialmente sono localizzate alle basi polmonari. Continua a leggere: Le bronchiectasie…
Le uova di Pasqua
Pasqua alle porte e il solito dilemma soprattutto per i più piccoli: cioccolato si o no? Le nonne minimizzano e regalano uova giganti perché la gioia di strappare un sorriso ai nipoti supera qualsiasi divieto. Ma al di là delle diatribe famigliari come ci si deve comportare?
La maggior parte dei pediatri è d’accordo sul fatto che il cioccolato faccia bene a tutti e di conseguenza anche ai più piccini. Ma per ogni cosa c’è un’età, ed anche il cioccolato rientra in questa regola. Gli specialisti affermano che si può iniziare a far assaggiare il cacao dopo il primo anno, quando lo svezzamento dovrebbe essere già concluso.
E sfatiamo qualche falso mito.
Non è vero che fa male ai denti perché la polvere di cacao ha azione anticariogena contenendo tannini, che inibiscono lo sviluppo di batteri, riducono il processo di demineralizzazione alla base della carie e riducono la formazione della placca, fluoro e fosfati.
Non è vero che fa aumentare il colesterolo: non vi è traccia di colesterolo in quello fondente, mentre in 100 gr di quello al latte ne contengono 16 mg, la stessa quantità contenuta in 200 gr di yogurt naturale parzialmente scremato. Continua a leggere: Le uova di Pasqua…
Antibiotici: uso inappropriato una volta su due
Ho recentemente tenuto un corso ai medici di famiglia. Si parlava di bronchiti e riacutizzazioni bronchiali nelle forme polmonari croniche; ho detto loro che la maggior parte di queste forme flogistiche è di origine virale, per cui l’antibiotico non serve. E anche nei casi di sovrainfezione batterica ritardare di 5 giorni (in modo da capirne l’evoluzione) la somministrazione di detto farmaco, nulla cambia in termini di prognosi. Sul momento silenzio dalla platea, ma al termine dell’incontro mi si avvicina un collega commentando:
“ dici bene tu. Ma in linea teorica. Se io non prescrivo subito un antibiotico e la tosse perdura, chi lo sente il mio paziente? E se per caso decide di recarsi impropriamente in ps il medico di turno lo prescriverà sicuramente. Perché male non fa. E nell’immaginario del mio paziente quel medico sarà sicuramente più bravo di me. E se invece malauguratamente dovesse poi sviluppare una polmonite, secondo lui sarò stato io la causa con la mia titubanza nel prescrivere i farmaci. Detto questo ad ogni bronchite corrisponde la prescrizione di un antibiotico”.
Che dire? Mi ha lasciato a bocca aperta anche se so che succede così. Ho lavorato anni in pronto soccorso e so che nessun medico si esenterà dall’effettuare prescrizioni antibiotiche ad una persona che non vedrà più. Eccetto la sottoscritta che però spesso discuteva con i pazienti.
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Gli acari: cosa sono? Dove si trovano? Cosa causano?
Gli acari sono animali appartenenti alla famiglia degli aracnidi di minuscole dimensioni (fra i 200 ed i 400 millesimi di millimetro) non visibili a occhio nudo. In tutto il mondo, se ne contano all’incirca 150 specie. L’allergia agli acari della polvere è una delle allergie più comuni nei paesi occidentali sia per la loro l’ampia diffusione sia per l’ elevata allergenicità di questi piccoli artropodi. Numerosi studi hanno documentato che gli acari rappresentano il principale fattore di rischio per lo sviluppo di asma, mentre nei bambini gli acari possono favorire la comparsa di altre allergie (muffe, animali, pollini); sono quindi considerati come una possibile fonte di allergie multiple.
Le specie dell’acaro della polvere più diffuse sono il Dermatophagoides pteronyssinus e il Dermatophagoides farinae, che si nutrono principalmente di forfora umana. Parti di pelle che si staccano durante la notte uniti al calore e all’umidità presenti in un materasso fanno si che gli acari si trovino nel loro ambiente ideale e si riproducono a migliaia. Una sola femmina di acaro può produrre fino a 300 uova. Continua a leggere: Gli acari: cosa sono? Dove si trovano? Cosa causano?…
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