“Proteggi tuo figlio. Legalo”. Chissà quante, volte seppur distrattamente, abbiamo letto questa scritta sui pannelli luminosi in autostrada. E chissà quante altre volte abbiamo acconsentito al capriccio di nostro figlio non proprio felice dell’imbragatura, di rimanere slegato. Soprattutto in città. Perché tanto è un tratto corto, tanto non ho mai avuto incidenti e così via. Nulla di più sbagliato. Siamo accorti a cibo sano e biologico, all’attività sportiva, alla pomatina per ogni minimo puntino e poi spesso non ci preoccupiamo di quello che veramente potrebbe salvare e proteggere i nostri figli: il seggiolino dell’auto. Perché negli ultimi anni è aumentato il numero di bimbi deceduti nella fascia d’età 0-4 anni per incidente stradale e ben il 60% è risultato essere senza il seggiolino.
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Inquinamento e bambini
Che l’inquinamento fosse un grave reale problema per i nostri bambini, era noto da tempo e io ne avevo già parlato, ma al primo Meeting Internazionale su Bambino e Ambiente organizzato dalla Società Italiana di Pediatria a Firenze, gli studi esposti sono stati tutt’altro che confortanti.
Alcuni inquinanti come benzene, metalli pesanti e il particolato ultrafine che si può inalare nel traffico o vicino gli inceneritori sono stati messi in relazione ai tumori infantili del primo anno di vita, che negli ultimi 20 anni sono aumentati in modo consistente in Italia e in tutta Europa. La loro incidenza è cresciuta dell’1% all’anno nell’Unione Europea, cioè del 20% in 20 anni, e del 3% l’anno in Italia. Non si tratta solo di leucemie, ma anche di linfomi (+4%) e tumori solidi, come il neuroblastoma o alcuni tipi di sarcomi che prima non erano tipici dell’infanzia.