Lo Streptococcus pneumoniae, comunemente detto pneumococco è un batterio di cui esistono diversi tipi (più di 90), ma solo una parte di essi è in grado di provocare malattie importanti.
Questo microbo può trovarsi nella gola o nel naso senza dare alcun sintomo, ma in caso di indebolimento delle difese immunitarie può essere causa di malattie anche non gravi, come otiti, sinusiti, bronchiti, ma in alcuni casi, fortunatamente non frequenti, può interessare polmoni, sangue o raggiungere le meningi ed essere responsabile di meningiti, polmoniti o infezioni diffuse a tutto l’organismo (sepsi).
In particolare lo pneumococco è responsabile di circa un terzo di tutte le otiti medie acute e molte delle sinusiti del bambino. Dopo l’otite, la polmonite è l’infezione più frequente. In realtà la polmonite pneumococcica si sviluppa più spesso nell’adulto che nel bambino.
In generale i più esposti alle infezioni da pneumococco sono i bambini nei primi 2 anni di vita o gli adulti con più di 65 anni ma anche i soggetti di qualsiasi età affetti da patologie croniche come
– cardiopatie
– malattie polmonari croniche
– malattie croniche del fegato come la cirrosi epatica
– diabete mellito
– immunodeficienze congenite o acquisite
– malattie del sangue come leucemie o linfomi
– neoplasie
– pazienti sottoposti a trapianto d’organo
– insufficienza renale cronica Continua a leggere: Lo Pneumococco: cos’è, come si previene…
Influenza, in Usa multe a ospedali con medici non vaccinati
Questo è il titolo di una notizia Ansa di qualche giorno fa. E sinceramente non mi è piaciuta: mi è sembrato un metodo altamente repressivo.
Ma veniamo ai fatti: il Cdc di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention) da questa stagione invernale richiede a tutte le strutture sanitarie un report sul tasso di vaccinazione del personale. Nei casi giudicati troppo bassi applicheranno delle multe, sotto forma di minori rimborsi e pubblicizzeranno il risultato su siti che censiscono la qualità degli ospedali.
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Arriva il vaccino contro la Meningite di ceppo B
Questo è un articolo che ho scritto oltre 2 anni fa https://www.mammamedico.it/malattie-infettive/meningite-entro-dicembre-il-primo-vaccino/ Un articolo che aveva dato speranza a molti genitori e in risposta al quale mi erano state raccontate storie che ancora adesso mettono i brividi. Ma sono passati appunto 2 anni e fino a qualche giorno fa del vaccino contro la meningite di gruppo B non c’erano state altre notizie. Poi finalmente, appunto qualche giorno fa, mi arriva la mail dal seguente oggetto “Arriva vaccino contro meningite ceppo B; tutto made in Italy, approvato da Aifa”. Leggo ovviamente incuriosita e speranzosa, riporto la notizia sperando che sia la volta buona!
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Rosolia: perchè vaccinarsi è importante
La rosolia è un’infezione praticamente innocua durante l’infanzia (e ne ho già parlato), e molti pensano che sia passata di moda, in realtà ancora oggi in Italia si registrano numerosi casi non solo nei piccoli. La colpa, ancora una volta, è di una scarsa copertura vaccinale. Ma se il decorso è benigno e anzi, talora passa inosservata, perché vaccinarsi? Perché la rosolia è molto pericolosa in gravidanza ed evitarla durante i 9 mesi è fondamentale! Se la mamma contrae la malattia in gravidanza ha il 90% di possibilità di trasmetterla al feto. In tal caso si aumenta il rischio di aborto, di morte intrauterina e di malattie molto importanti soprattutto a carico del sistema nervoso centrale, ma anche cardiache oppure cecità o sordità. Il pericolo maggiore è ammalarsi nelle prime settimane: entro le 11 settimane la probabilità di contagiare il feto è quasi certa e la probabilità di conseguenze severe è del 50%. Più passa il tempo più i pericoli di danno diminuiscono e il pericolo di trasmissione circa dopo la 20° settimana di gestazione è del 20-25% con un rischio di sviluppare una malattia fetale quasi nullo.
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Il vaccino antivaricella
Quest’anno l’andamento della varicella è stato atipico e dal mese di novembre in asili e scuole sono appesi i cartelli “si sono verificati casi di varicella”. È tutto sommato una malattia banale, ma nelle famiglie dove i bimbi non l’hanno contratta c’è perennemente “la spada di damocle”. Anche perché oltre a durare 7-10 giorni c’è l’alto rischio che siano contagiati fratellini o sorelline. In definitiva si sta in ballo un mese. Io ho fatto vaccinare microba appena dopo il compimento dell’anno. Non vogliamo più che i nostri figli si ammalino? Forse si, ma è anche vero che con un bimbo a casa 10 giorni la gestione famigliare ordinaria salta. E altre amiche si sono piegate al vaccino dei loro bimbi.
Qualche informazione aggiuntiva…