Gli studi medici, i Pronto soccorso e le guardie mediche sono prese d’assalto: è in corso una vera e propria epidemia di varicella e alcune scuole dell’infanzia sono decimate.
Anche nella classe di microba i casi sono stati numerosi; noi incrociamo le dita: microba è stata vaccinata. Ovviamente mi sono dovuta subire la solita polemica sui vaccini e i commenti delle altre mamme su una scelta che molti non condividono. È pur vero che la varicella è una malattia che non fa eccessivamente paura, anche perché in età pediatrica, è relativamente benigna, ma è sicuramente estremamente fastidiosa sia per la sintomatologia (prurito e disturbi che arrecano al bambino), per le possibili cicatrici ma anche per la lunga assenza da scuola e i conseguenti problemi che crea all’organizzazione familiare.
Microba inoltre è affetta da dermatite atopica, ha pertanto una cute delicatissima, vorrei evitare ulteriori problematiche. E questo è il principale motivo che spinge molti genitori a far vaccinare i propri bimbi.
In merito all’epidemia di quest’anno, l’andamento è difficile da prevedere, solitamente i picchi arrivano ogni due anni e probabilmente quest’anno siamo nella fase di diffusione massima.
Continua a leggere: Epidemia di varicella: cosa fare? Quando rientrare a scuola?…
Il bambino con la febbre
Di febbre ho già parlato, ma credo che ripetersi non faccia male soprattutto in questo periodo in cui moltissimi bambini sono a letto con l’influenza. Anche microba purtoppo è stata colpita: aveva 39°C. Ma cosa si può fare in caso di febbre così alta?
E’ appropriato l’uso di mezzi fisici per ridurre la temperatura corporea? Seppure in alcuni studi l’uso combinato di antipiretico e spugnature tiepide abbia determinato una più rapida caduta della febbre nei primi 15 minuti rispetto al solo antipiretico e poiché dopo due ore non vi erano significative differenze, non vi è evidenza del vantaggio dal punto di vista clinico. L’impiego di mezzi fisici rimane invece consigliato in caso di ipertermia.
Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio
Questo post più che trattare un argomento di interesse comune nei bambini riguarda una patologia che colpisce principalmente…i nonni. Nell’ultimo mese e mezzo c’è stato un alto numero di bambini affetti da varicella e conseguentemente sono aumentati gli accessi di persone anziane in Pronto Soccorso con Herpes Zoster, il così detto Fuoco di Sant’Antonio. E pochi sapevano della correlazione fra le 2 patologie: il fuoco di Sant’Antonio è una riattivazione dello stesso virus che provoca la varicella. Spesso infatti sono i nonni ad occuparsi dei nipotini a casa malati oppure a frequentare asili e scuole dove il virus della varicella spopola. In pratica, chi contrae il virus la prima volta si ammala di varicella mantenendo nel tempo una risposta immunitaria che impedisce che la varicella venga ripetuta una seconda volta, ma, al tempo stesso, non riesce a debellare completamente il virus, che «va in letargo» nei gangli nervosi del midollo. Non è chiaro cosa determini la riattivazione del virus: malattie, traumi, stress, temporaneo calo delle difese immunitarie etc…ma quando questo accade, soprattutto nelle persone di una certa età, nell’area di pelle corrispondente a quel ganglio nervoso, si manifesta un’eruzione cutanea piuttosto fastidiosa.
Il vaccino antivaricella
Quest’anno l’andamento della varicella è stato atipico e dal mese di novembre in asili e scuole sono appesi i cartelli “si sono verificati casi di varicella”. È tutto sommato una malattia banale, ma nelle famiglie dove i bimbi non l’hanno contratta c’è perennemente “la spada di damocle”. Anche perché oltre a durare 7-10 giorni c’è l’alto rischio che siano contagiati fratellini o sorelline. In definitiva si sta in ballo un mese. Io ho fatto vaccinare microba appena dopo il compimento dell’anno. Non vogliamo più che i nostri figli si ammalino? Forse si, ma è anche vero che con un bimbo a casa 10 giorni la gestione famigliare ordinaria salta. E altre amiche si sono piegate al vaccino dei loro bimbi.
Qualche informazione aggiuntiva…