In questi giorni di gran caldo sui vari forum e gruppi fb è tutta una richiesta di aiuto e informazioni da parte di genitori preoccupati perché i propri figli rifiutano il cibo. E via di giochini e escamotage.
Io, mamma ormai di bambini grandi, ho fatto l’abitudine a questi periodi. E ho imparato a non farmi neppure troppe domande sul come possano resistere intere giornate con quantità di cibo di un uccellino. Poi leggo dell’indagine condotta in Gran Bretagna e rifletto che forse quelli “sbagliati” siamo noi genitori che abbiamo un alterato rapporto con il cibo fornendo porzioni esagerate e credendo che i bambini si nutrano poco se le porzioni non vengono consumate.
Da un’indagine condotta dal forum Infant and Toddler in Gran Bretagna è emerso infatti che l’80% (4 su 5) dei genitori dà troppo cibo ai propri bimbi, esagerando con le quantità. Il 73% teme che il proprio bambino non mangi abbastanza e ben il 36% usa cibi non salutari (dolci ad esempio) per calmarlo, ad esempio per un capriccio. Dai dati raccolti è stata redatta poi una guida illustrata (www.infantandtoddlerforum.org) che fornisce i consigli per evitare di ”far abbuffare” i propri figli.
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La toxoplasmosi: cos’è, cosa succede in gravidanza
La toxoplasmosi é un’infezione dovuta ad un parassita: il Toxoplasma Gondii, protozoo che si trasmette attraverso il contatto con cani, pappagallini e gatti, ed ingerendo carni crude o frutta e verdure contaminate
Il tempo tra l’esposizione al parassita responsabile dell’infezione e lo sviluppo della patologia è mediamente compreso fra una settimana e un mese dopo il contagio.
I gatti sono considerati il serbatoio primitivo del Toxoplasma gondii perchè nel loro intestino avviene il ciclo riproduttivo del Toxoplasma. Si infettano cibandosi delle carni di roditori, uccelli e piccoli animali. Le oocisti di Toxoplasma vengono emesse con le feci del gatto e possono essere ingerite con carne, verdure e frutta contaminate da un altro animale o dall’uomo, i quali rappresentano quindi ospiti intermedi del toxoplasma.
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L’alimentazione dopo l’anno d’età
I principali cambiamenti nell’alimentazione, dopo l’anno di età, riguardano soprattutto il progressivo inserimento di tutti gli alimenti in forma solida nella dieta ma anche l’adattamento alla frequenza dei pasti dell’adulto. Mentre durante il primo anno di vita le mamme si rivolgono al pediatra anche per l’alimentazione, dopo il primo anno in genere si dà al bambino quello che mangiano i genitori e ciò che la famiglia è abituata a mangiare. Da qui le ansie genitoriali in quanto spesso a questa età il bambino non mangia o rifiuta i cibi proposti. Spesso infatti è interessato e distratto dal mondo che lo circonda, ed il cibo non è più il suo interesse principale. Inoltre in questo periodo cala la velocità di crescita, e quindi può ridursi anche l’ appetito. Il passaggio poi ad una alimentazione diversa può richiedere un certo periodo di adattamento.
Questa “inappetenza” di solito non lascia conseguenze, ed infatti la crescita continua ad essere regolare. Durante il primo anno di vita il neonato triplica il suo peso alla nascita. È sbagliato aspettarsi la stessa velocità di crescita dopo il compimento del primo anno di vita in quanto tra i 12 e i 24 mesi il peso deve aumentare poco più del 20%.
L’alimentazione deve essere variata e ben bilanciata alternando quotidianamente tutti i principi nutritivi in quantità adeguate per evitare carenze. Continua a leggere: L’alimentazione dopo l’anno d’età…
L’alimentazione per i bambini che fanno sport
Ho parlato qualche giorno fa dell’importanza dell’attività sportiva fin da piccolissimi, ma che tipo di alimentazione devono avere i nostri figli nei giorni di allenamento?
Innanzitutto bisogna dare la giusta importanza alla prima colazione. Spesso per abitudine o mancanza di tempo questo pasto è sottovalutato. È invece importante consumare una prima colazione ad alto contenuto nutrizionale ma al tempo stesso appetibile: latte o yogurt con i cereali; pane o fette biscottate spalmati con confettura di frutta o miele; frutta fresca.
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Il colore delle feci del neonato
Lavorando anche in un Pronto Soccorso con l’accesso pediatrico, negli anni mi è capitato ovviamente di imbattermi nelle più svariate patologie ma anche in tanti bambini portati per il classico “callo al dito”. E di questi accessi impropri mi sono sempre lamentata con il mio responsabile ricordando di quando eravamo piccoli noi, non esistesse neppure il pediatra di base ma solo il medico di famiglia. Durante uno di questi dialoghi quando aspettavo Supernano mi disse “parli adesso, ma vedrai, poi appena farà la prima cacca verde correrai anche tu”. Mi misi a ridere e la considerai una provocazione, ma poi effettivamente mi trovai di fronte al viraggio dei colori delle feci. E mi documentai.