Ad ogni cambio di stagione puntuale la solita voce: “c’è in giro la varicella!”. Noi “abbiamo dato” subito. Alla fine del primo anno di nido Supernano infetto da varicella ha contagiato anche Papà Chef che febbricitante e catatonico si aggirava moribondo per casa. Chiaramente la forma di varicella presa da adulti è molto più aggressiva di quella dei bambini, oltre al fatto che i bimbi hanno una ripresa molto più rapida dei grandi. Per tale motivo il problema per un po’ non mi ha più riguardato.
Quest’anno no. Quest’anno c’è microba. È pur vero che non frequenta comunità in senso stretto (asili, ludoteche, ecc.), ma mentre attende il fratello all’asilo è circondata da bimbi molto “affettuosi”…e potenzialmente contagiosi.
Pur sapendo che la varicella è tutto sommato una malattia blanda, ero e sono intenzionata a vaccinarla. Tacciatemi di madre degenere, ma voglio evitare la scocciatura di questa spada di Damocle, soprattutto in quei periodi in cui è facile organizzare qualche week end o qualche viaggio. Ma la mia super amica pediatra ha detto no. Secondo lei già tanti sono i vaccini obbligatori o semi obbligatori e la varicella tutto sommato è una malattia banale. “Se proprio vuoi (detto con quel tono di chi sa che farò di testa mia) aspetta l’anno di età!”. Ok. Incrocio le dita e rimando a dopo l’estate.
Ma cos’è esattamente la varicella? E cosa si può fare per curarla?
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