Qual è l’argomento più gettonato in questi giorni su blog, fb, twitter a carattere “mammesco”? Di cosa parlano le mamme nella vita reale, al parco, in palestra al lavoro? Ma della fine della scuola. Ovviamente. E ne parlano fino allo sfinimento.
E nei giorni scorsi polemiche su polemiche sulla proposta di tenere aperte le scuole anche nel periodo estivo. Ho commentato qualche post, scritto qualcosa su fb, ma voglio dire anche io la mia in “via” più ufficiale. E prendo spunto da un post di mammeneldeserto che scrive: “Insomma, basta con questa routine che ci costringe a vivere ogni giorno uguale al giorno precedente. E’ tempo di rompere le righe….”
Mi è piaciuto molto e la cito.
È vero, non ce la facciamo più noi, figuriamoci i nostri figli. Bambini che se va bene dai tre anni, spesso anche molto prima fanno la vita e gli orari degli adulti. Piccolini che con qualsiasi tempo da settembre a giugno si alzano all’alba subiscono i “muoviti” “sbrigati” “è tardi”, spesso senza far colazione se non, biberon in mano, seduti sotto la cerata del passeggino perché si sa, al mattino fa freschino. Anche a giugno. Anche con 25 gradi.
Grandini che si trascinano sul monopattino anche con la neve, che chi ha inventato quello a 3 ruote deve aver fatto una fortuna. Ragazzini delle elementari con zaini più grandi di loro. Dove spesso però invece di libri e quaderni ci sono giochi e figurine. Perché “al prescuola cosa faccio?” e “se all’intervallo la maestra non ci porta in cortile mi annoio…” Continua a leggere: Vacanze……
Lo zaino per la scuola primaria
Microba che come al solito precorre i tempi, ha insistito perché le comprassi lo zaino per la scuola. Un giorno la sua madrina le ha detto , così per parlare, che aveva comprato lo zaino di suo figlio nella cartoleria in montagna. E microba cosa ha fatto? Ha memorizzato l’informazione e la prima volta che siamo saliti ha menzionato la cosa sostenendo che anche lei dovesse comprarlo lì.
Ovviamente subito.
E mentre entravamo nel negozio pensavo a quanto sono diversi i miei figli.
Microba un’entusiasta con le idee chiare, sa quello che vuole, persevera nelle sue idee e una volta scelto è fiera della sua decisione; supernano è cauto, riflessivo; quando ai tempi si trattò di comprare il suo, di zaino, rimandava sempre, non sapeva che modello scegliere. Andammo in un grande negozio con una vastissima scelta di articoli e non so per quanto tempo rimanemmo dentro; alla fine scelse, era contento, ma non lo dava a vedere neppure sotto tortura. Inutile dire che microba è uscita dopo 5 minuti tanto contenta che tutto il paese sapeva che sarebbe andata in I elementare…
Ma com’è lo zaino di microba e come dovrebbe essere uno zaino?
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La schiena dei bambini, decalogo per proteggerla
Quando comprai lo zaino per la scuola elementare a Supernano cercai di coniugare i suoi gusti con la praticità. Comprammo un trolley del suo personaggio preferito pensando che tirare lo zainetto fosse meglio che metterlo sulle spalle. Mi sbagliavo. Quando il mio terremoto esce correndo il trolley è di impiccio, quando vuole la merenda e oltre alla merenda in contemporanea il succo o ha in mano felpa, giubbino o cappello ci sono solo due soluzioni: o dare tutto alla sottoscritta che tipo attaccapanni si carica di ogni cosa o quando l’attaccapanni è già precedentemente carico, mettersi lo zaino sulle spalle. E qui “casca l’asino”. Gli zaini trolley sono pesanti già vuoti. Pesantissimi con i superaccessoriati astucci e quadernino. Il venerdì con gli altri quaderni pagherebbe la sovratassa in aeroporto.
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Prima elementare e zaini colorati
Supernano ha iniziato la prima elementare. Devo dire che quei giorni di settembre sono stati quelli in cui il Blog mi è in assoluto mancato di più: stavo male e avrei voluto condividere le mie emozioni. Per la verità contrastanti, molto contrastanti. Da un lato ero orgogliosa del mio ometto che con uno zaino più grande di lui si avviava felice verso la nuova avventura, ma da un altro non mi sentivo pronta a lasciarlo andare. Avevo ancora fresco in mente un frugolino urlante e affamato, il suo “muso” il primo giorno del nido, la sua perplessità all’inizio della scuola materna nel non potersi fermare a mangiare e a dormire, il suo veloce apprendere dai bambini più grandi…