Non credevo che avrei avuto senso materno, non credevo che avrei amato un figlio più di qualsiasi altra cosa, più di me stessa.
Non credevo che un figlio avrebbe potuto modificare il mio fare, il mio pensare.
Ma da quando ti ho stretto fra le braccia quel lontano 21 aprile, nulla è stato più come prima. Non era solo la ricorrenza del “Natale di Roma”, è diventato il mio Natale. Come mamma.
Ti ho amato giorno per giorno e ogni giorno di più, per quello che sei, per quello che fai, per il tuo parlare, per il tuo non parlare, per la tua timidezza e i tuoi sguardi apparentemente misteriosi.
Perché io, i tuoi sguardi, li capisco. Non mi puoi imbrogliare perché in te mi rivedo. Quando dici che non c’è nulla e invece c’è una bomba pronta ad esplodere, vuoi solo che io insista, un pò, tanto, dipende. Lo so. E ti dico “non mi imbrogli perché facevo, faccio, così anche io”. Solo che ormai non trovo più nessuno ad insistere.
Ti amo e ti ammiro;sei quello che io non sono mai stata, quando studi e in un attimo sai già la lezione, io che ho sempre “secchiato”, quando sei abile in tutti gli sport ed io a fatica ho imparato a nuotare ed andare in bicicletta; sei dolce e premuroso con tua sorella, io alla mia dicevo che era stata adottata…
Sono orgogliosa di te quando le maestre, i maestri mi dicono “magari fossero tutti così”; sono orgogliosa perché non ti vanti, ti senti uno fra tanti, uno dei tanti e per questo hai amici piccoli, grandi, medi.
Sono orgogliosa di te e ti amo anche se poi urlo, sbraito, mi arrabbio per stupidaggini o per cose più importanti. Quando fai il testardo, quando fai l’offeso, quando alzi la voce…
Perché una mamma, la tua mamma pretende sempre il massimo, perché non perda la strada, perché è facile sbagliare. Anche se capiterà, potrebbe capitare. Ma io ti amo e ti amerò come sempre.
Buon compleanno, mio piccolo grande amore
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