Uno dei passaggi nella crescita dei nostri bambini è l’abbandono del passeggino. Ne ho già scritto e ho già espresso il mio parere: dopo i 3 anni al massimo, dovrebbe essere messo in soffitta. Indipendentemente dalla pigrizia del piccolo, indipendentemente dalla comodità della mamma. Spesso infatti il passeggino è un utilissimo carrello. Eppure moltissime mamme non la pensano come me. Sembrerebbe che in Italia un bambino su 10 nell’età fra i 4 e i 6 anni sia ancora comodamente seduto sul pratico mezzo di trasporto. 6 anni? L’età della scuola? Se lo avessi solo letto non ci avrei creduto. E per una volta non sono solo le mamme italiane le “malate di passeggino”: per il secondo anno consecutivo, in vacanza all’estero, ho visto genitori spingere bambini che di gran lunga hanno superato l’età di ciucci e pannolini.
E poi parliamo di obesità… L’abuso del passeggino infatti, oltre ad essere un fenomeno diseducativo impedisce al bimbo di sviluppare autonomia e ne interrompe il processo di crescita.
Secondo la pediatria questo strumento, è utile ai piccoli fino ai 3 anni d’età; è facoltativo fra 3 e 4 anni, ma dopo i 4 dovrebbe essere vietato. Fino ai 3 anni i bambini non hanno ancora capacità motorie completamente sviluppate, anche se già dopo l’anno e mezzo sono in grado di salire e scendere spontaneamente dal passeggino; dopo i 2 anni camminano autonomamente ma piano, e si stancano in fretta, ma a 3 anni scatta il ‘giro di boa’. Un bambino di 3 anni infatti va in triciclo, scende le scale, si arrampica, sta eretto per un po’ di tempo su un solo piede, salta sui due piedi. E per quanto riguarda le misure, a 3 anni un maschietto è alto da 91,5 a 103 centimetri e pesa da 12,3 a 17,3 chili, mentre una femmina misura 90-102 cm per 11,6-16,6 kg. Dati più che sufficienti per dire addio al passeggino. Senza passeggino fanno un po’ più fatica e sono ovviamente più lenti, ma a una certa età anche questo è un passaggio necessario da affrontare.
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