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Bambini al Pronto Soccorso: le regole per un accesso corretto

12 Maggio 2015 by Mamma Medico 11 commenti

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Ho già scritto in passato degli accessi in pronto soccorso di nostri bimbi. Lavorando anche in un pronto soccorso con accesso pediatrico sono chiaramente di parte e talora ho un pò il dente avvelenato perché  ho spesso dovuto visitare bambini che oltre a non avere motivo per ricevere una visita medica con urgenza non avevano proprio motivo per essere sottoposti ad una visita.
Ogni anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati nei Pronto soccorso italiani. Solo nel 10% dei casi si tratta di codici gialli e rossi, ovvero casi di reale emergenza e urgenza, mentre i codici verdi (le urgenze considerate minori al triage) sono invece il 60-70% degli accessi. Solo la metà di questi  può essere considerato un accesso appropriato per la necessità di escludere gravi complicanze o evoluzioni della malattia mentre la restante metà di questi accessi è inappropriato e può creare disservizi che possono ostacolare l’assistenza a chi ne ha veramente bisogno.
Il Pronto Soccorso non è  un ambulatorio pediatrico e non sostituisce il Pediatra di base; non è nemmeno un ambulatorio poli-specialistico dove effettuare visite richieste con urgenza e da prenotare al CUP o il luogo dove approfondire situazioni non urgenti o croniche.
In pronto soccorso non si deve neppure accedere per la compilazione di ricette, certificati o prestazioni ambulatoriali.

La Simeup (società italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica) dà alcuni suggerimenti per un accesso corretto al pronto soccorso pediatrico:

  • Febbre: nel caso di  lattanti con età inferiore a tre mesi se non è stato possibile una visita da parte del curante (ovvero per difficoltà oggettive non per la pigrizia di un’orario di comodo),  nei bambini più grandi se la febbre è elevata, persistente, risponde poco alla terapia antipiretica ma soprattutto se vi è uno  stato di sofferenza e condizioni generali compromesse. Sempre,  se con la febbre il bambino presenta crisi convulsive soprattutto se di età inferiore ad un anno.
  • Vomito: vi è l’urgenza nei bimbi di età inferiore all’anno se il vomito è  ripetuto e non si riesce a far assumere liquidi; a tutte le età se il bambino presenta altri sintomi che possono portare alla disidratazione come la febbre e numerose scariche di diarrea  oppure  se oltre al vomito si ha secchezza di cute e mucosa orale, occhi cerchiati, mancanza di lacrime, ridotta emissione di urine. Altra forma di urgenza riguarda il bambino che  vomita e non evacua da 24 ore soprattutto se di età inferiore a 1 anno,  se il vomito è francamente ematico o di colore verde scuro o scuro come il caffè.
  • Diarrea: può essere motivo di accesso in pronto soccorso soprattutto nel caso di bimbi di età inferiore a 1 anno se  la diarrea è continua, con numerose scariche, associata a vomito con difficoltà  ad assumere liquidi, in tutte le età se sono associati segni di disidratazione; nel caso di diarrea francamente ematica o la sola emissione di sangue tipo “gelatina”
  • Dolore addominale: uno dei sintomi più frequenti nei bambini di qualsiasi età è da non sottovalutare se localizzato nelle regioni inferiori, a destra  (regione appendicolare) e associato a mancata evacuazione da oltre 24 ore, vomito, febbricola. Nel caso di traumi addominali se il dolore persiste in modo  intenso e costante nelle ore successive al trauma.
  • Trauma cranico: se il bambino ha perso conoscenza al momento dell’impatto (trauma cranico commotivo), o presenta vomito, qualche ora dopo il trauma, con tendenza all’addormentamento, con pianto inconsolabile, strabismo, difficoltà alla deambulazione, cefalea
  • Cefalea: se si presenta con febbre e/o  vomito e non regredisce con la somministrazione di comuni antifebbrili e/o antidolorifici.
  • Difficoltà respiratoria: i bambini, soprattutto se di età inferiore all’anno, con difficoltà respiratoria vanno tutti portati con urgenza in Pronto Soccorso. (per non creare inutili allarmismi è però sempre bene distingure la difficoltà respiratoria nasale da ostruzione frequente in caso di raffreddore e la vera difficoltà respiratoria => dispnea, da altri e più seri disturbi delle vie aeree).

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Commenti

  1. Simona dice

    12 Maggio 2015 alle 23:08

    Ciao Mamma Medico,
    grazie per il vademecum che ci fai fornito.
    Condivido in pieno le tue riflessioni, ma ammetto che ho utilizzato diverse volte il Pronto Soccorso Pediatrico, impropriamente. E l’ho fatto pur avendo letto spesso le raccomandazioni stampate a caratteri cubitali nei locali dell’ospedale in cui mi sono recata.
    Il problema in cui mi impantano è questo: se una delle mie bimbe sta male, posso chiamare la pediatra solo dalle 8 alle 9 del mattino. Io e tutte le altre mamme delle centinaia di bambini assistiti. Le probabilità di trovare libero sono scarse, considerando anche il fatto che quello è un orario critico se devi riorganizzare la tua giornata e quella del resto della famiglia in funzione della malattia di uno dei suoi membri.
    Poniamo dunque il caso che io non sia riuscita a contattare il medico (oppure che il bambino inizi a star male dopo le 9). A chi mi rivolgo? Il medico di base dovrebbe assicurare il servizio fino alle 20 ( così leggevo nei cartelli di cui sopra), la guardia medica entra in servizio alle 20 (ma non penso lì si possano trovare pediatri), il pronto soccorso resta dunque l’unico interlocutore raggiungibile!
    Chi deve garantire assistenza e in che orari?
    Grazie per l’eventuale risposta e per i tuoi approfondimenti!

  2. Mamma Medico dice

    12 Maggio 2015 alle 23:54

    simona, questo è uno dei tanti motivi per cui le mamme intasano i pronto soccorso. o per cui i pediatri privati sono ricchi.
    aggiungo anche che spesso quando riesci ad avere il contatto il bambino non viene visitato subito o perchè si consiglia di attendere o perchè i tempi degli appuntamenti sono biblici. non so come si possa ovviare al problema. secondo me i pediatri dovrebbero visitare sempre subito i bambini sotto l’anno d’età, le mamme cercare di gestire in prima battuta i casi più semplici (la febbre con la tachipirina, la diarrea con i fermenti lattici, per fare degli esempi). anche se mi rendo conto che questa talora è un’utopia. a me è capitato di avere a che fare con genitori che a casa non avessero neppure un termometro o un cerotto.

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  6. Mamma Medico dice

    17 Maggio 2015 alle 23:21

    @simona, capisco bene il tuo disappunto. io credo però che dipenda da caso a caso e da bambino a bambino anche se 3 giorni di attesa per un bambino, soprattutto se piccolo, sono troppi in caso di febbre. tempo fa ho descritto il caso di una pediatra della mia zona che si è rifiutata di visitare un bimbo di 6 anni con un sospetto di febbre da streptococco (sospetto non della mamma ma della sottoscritta che non aveva i mezzi per verificarlo). per fortuna alla fine era solo influenza ma se fosse stato altro le conseguenze di una patologia non trattata sarebbero potute essere molto serie.

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