Una delle operazioni più complicate è effettuare a domicilio ad un lattante questo esame che per fortuna non è richiesto propriamente di routine.
Innanzitutto cos’è l’urinocoltura?
È un esame microbiologico che si esegue su un campione di urine per rilevare l’eventuale presenza di batteri responsabili di infezioni a carico delle vie urinarie e isolarli. Grazie all’antibiogramma è possibile poi valutare la sensibilità e la resistenza dei microrganismi presenti nelle urine, agli antibiotici.
Come fare per eseguire un’urinocoltura?
- Procurarsi un contenitore o un sacchettino sterile in farmacia o presso un laboratorio analisi.
- Lavarsi le mani
- Lavare accuratamente i genitali del bambino sciacquando con acqua corrente una prima volta e una seconda volta con soluzione fisiologica sterile, asciugando poi attentamente con garze sterili.
- Cercare di far urinare il bambino direttamente in un contenitore sterile è una manovra alquanto ardua. Si può provare a stimolare la minzione picchiettando delicatamente con due dita sul pancino del bimbo a livello della vescica subito sopra il pube, oppure strisciando con un dito più volte a livello della colonna vertebrale. In tal modo vengono stimolati dei riflessi che dovrebbero portare alla minzione spontanea.
- Una tecnica relativamente più semplice, che però non soddisfa i criteri di sterilità (frequenti gli inquinamenti del campione di urine) e che pertanto non è consigliabile, consiste nell’applicare un sacchettino sterile. Questo sacchetto possiede un’apertura con adesivo e va fissato accuratamente alla cute intorno ai genitali. Se entro 30-45 minuti il piccolo non ha urinato il sacchetto va cambiato ripetendo le operazioni di pulizia.
- Appena si è raccolto il campione di urina, questo va riposto in frigorifero a +4°C nell’attesa di portarlo al laboratorio di analisi. Le urine si possono conservare anche 12 ore.
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