Il criptorchidismo è la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli all’interno della borsa scrotale, poiché ritenuti nel canale inguinale o all’interno della cavità addominale (caso più raro), già prima dello sviluppo. E’ la notizia che possono apprendono, con ansia, i genitori alla dimissione dal nido, dopo la nascita del loro bambino o dal pediatra durante le prime viste. Ma di cosa si tratta e cosa fare?
Il criptorchidismo rappresenta l’anomalia più frequente dell’apparato urogenitale in età pediatrica e colpisce il 3-5% dei nati a termine ed il 9-30% dei pretermine. Un fattore di rischio importante è rappresentato dal peso alla nascita: piu’ basso è il peso piú alta è l’incidenza di criptorchidismo. In seguito il 75% dei testicoli criptorchidi di nati a termine ed il 95% dei testicoli criptorchidi di nati prematuri discende nello scroto entro il primo anno di vita e la maggior parte dei testicoli discesi entro il primo anno completa questo processo nei primi 3 mesi di vita. Dopo tale periodo una discesa completa è eccezionale. La sua incidenza sembra essere aumentata in questi ultimi 30 anni, verosimilmente a causa di anomale esposizioni ambientali, soprattutto agli estrogeni.
Si parla di criptorchidismo vero o ritenzione completa quando il testicolo è situato nella cavità addominale per cui non può essere palpato.
Si parla invece di discesa incompleta quando il testicolo si arresta nella sua discesa in una delle regioni normalmente percorse durante lo sviluppo embrionale: nel canale inguinale o all’altezza dell’orificio inguinale esterno.
L’ ectopia è invece quando il testicolo si trova al di fuori del tragitto normalmente percorso durante la sua migrazione. La sede ectopica piu’ frequente è quella inguinale superficiale.
Il testicolo può essere anche retrattile o in ascensore quando è saltuariamente presente nella borsa scrotale e vi può essere riposto agevolmente con una corretta manovra manuale. In questo caso non sono necessarie terapie.
Generalmente è asintomatico. Tuttavia, quando non curato e in fase avanzata, può essere evidente una massa anomala, che può procurare difficoltà nel camminare, o, in fase acuta, la torsione del testicolo stesso
La diagnosi può essere fatta con il solo esame clinico nell’84% dei casi. A volte può essere utile l’ecografia a livello inguinale e scrotale per valutare la morfologia e per avere conferma della presenza di un testicolo all’interno del canale inguinale, non palpabile all’esame obiettivo mentre la TAC e la risonanza magnetica trovano indicazione raramente (quando il testicolo si trova in posizione più alta).
Nel bambino con criptorchidismo monolaterale (e testicolo palpabile o non palpabile), o nel paziente con criptorchidismo bilaterale e un testicolo palpabile, non è necessario nessun approfondimento diagnostico. Nel caso in cui entrambi i testicoli non sono palpabili, bisognerebbe sottoporre il bambino ad una valutazione cromosomica ed endocrinologica, così come nel caso di pazienti con criptorchidismo mono o bilaterale ed ipospadia prossimale.
Se un testicolo vero ritenuto non scende entro i 6 mesi, non ha margini ulteriori di attesa e l’ intervento chirurgico di orchidopessi è consigliato tra i 6 i 12 mesi. Non va usata la terapia ormonale per gli scarsi risultati immediati e per i possibili eventi avversi a lungo termine sulla spermatogenesi (ciò nonostante un bambino su 4 viene ancora trattato, o prima o dopo l’intervento).
È indispensabile inoltre far riferimento ad un centro di chirurgia pediatrica entro il primo anno di vita (in Italia l’età media dell’intervento di orchidopessi è ancora di 23 mesi e solo il 13% dei bambini viene operato entro l’anno).
Per chi ha sofferto di criptorchidismo sono indispensabili controlli periodici, anche in età adulta, mediante visita andrologica, ecocolorDoppler scrotale ed eventuali altri accertamenti
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