Questa mattina andando al lavoro ho sentito alla radio una notizia che mi è parsa curiosa, tant’è che al momento credevo fosse frutto della battuta di qualche speaker burlone: “Oggi è la giornata della lentezza“. Poi mi sono documentata ed in effetti è la 5° giornata della lentezza.
Vuol dire che da ben 5 anni viene proclamata questo evento ed io non ne ho mai saputo nulla. Immagino anche molti di voi. Ormai la parola lentezza non fa più parte del nostro vocabolario. Sempre di corsa, sempre trafelati senza la possibilità di fermarsi rallentando i ritmi. E in questo dovremmo imparare dai nostri bimbi. Loro non hanno il senso del tempo, della fretta, del ritardo e la maggior parte delle volte non capiscono la nostra isteria: penso che la scena sia comune in molte case al mattino: alzati, sbrigati, fai la colazione, lavati la faccia, no, non si gioca adesso, le scarpeeee, muovitiiiii!!!…E la stessa scena al pomeriggio. A volte gli/le si mette fretta anche per andare a giocare al parco.
La Giornata Mondiale della Lentezza, di cui si può leggere sul sito http://www.vivereconlentezza.it/, è una manifestazione promossa dalla Onlus “L’Arte del Vivere con Lentezza” per riflettere sui danni economici, ambientali, sociali e culturali di una vita sempre a folle velocità. La parola d’ordine è “vietato correre!”. In questa giornata è importante rallentare per apprezzare le piccole cose di ogni giorno insieme alle persone che si amano. Si vive in maniera sempre più frenetica, in qualsiasi campo è obbligatorio produrre sempre più e sempre più in fretta e abbiamo sempre meno tempo e spazio per pensare o dedicarci a noi stessi o agli altri. È importante ogni tanto non continuare a cavalcare l’onda facendo un tentativo di cambiare questo modello, spesso frustante, sia nella vita lavorativa che in quella famigliare.
Come onorare tale ricorrenza? Gli eventi organizzati in tutto il mondo sono tanti, ma, dall’associazione spiegano che “starà a ciascuno trovare il modo migliore per interpretare la Giornata Mondiale della Lentezza dedicandosi ad una “attività lenta” o – perché no? – scegliendo di non fare proprio nulla”.
Mi sono distratta un attimo nel sentire la notizia, pigiando sull’acceleratore un decimo di secondo dopo che è scattato il verde del semaforo. Subito dietro di me uno strombazzare di clacson. Ecco, appunto…
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