“Son le piccole cose belle che fanno bella la nostra vita. Quando accadono all’improvviso un sorriso spunterà. Sono le piccole cose belle che regalano felicità e ti cambiano la giornata se le vivi con semplicità “
Questa è una delle canzoni cantate dal coro della scuola primaria di supernano alla festa di fine anno. È dello zecchino d’oro 2008 ed ammetto che ne ignoravo l’esistenza.
L’ho ascoltata con attenzione e non solo perché catturata dall’entusiasmo dei bambini. Era lì in un angolo della mia mente ma prepotentemente uscita in questi giorni. Perché? Perché sono in fase riflessiva. O forse depressiva. È il tempo più autunnale che estivo o lo stress? O entrambi?
Fatto sta che gli eventi lavorativi dell’ultimo periodo e di conseguenza il risvolto famigliare mi hanno fatto pensare che mi sto appunto perdendo le cose semplici. E forse, ma spero di no, le sto facendo perdere ai miei figli.
Non può essere che ogni volta la mia risposta sia “non ora, devo andare a lavorare, sono in ritardo”, “dopo, devo finire di pulire il bagno/stendere/cucinare”, “un attimo, prima chiamiamo i nonni”, “più tardi, ora andiamo al supermercato”. Insomma non ci si ferma mai. Neppure con la mente, perché faccio una cosa e subito penso alla successiva.
Quindi non riesco mai a vivere il presente, mi sento sempre proiettata in un’altra dimensione, poi in un’altra ancora e così via. Le maestre di microba alla prima riunione hanno detto che i nostri bambini sanno prendere aerei, usare tablet e smartphone, conoscono il sistema solare ma non hanno mai visto una mucca, non si soffermano a osservare una farfalla. Non sono abituati a cose piccole e semplici.
Ecco, forse è colpa nostra che ormai non sappiamo più cosa vogliono dire le cose semplici.
E allora? Quale può essere la soluzione? Fermarsi, stoppare. Un’ora in meno di lavoro anche per “sprecarla” tornando a casa a piedi. Un’ora in meno ma la pizza fatta in casa. Un’ora in meno per entrare più tardi all’asilo camminando piano mano nella mano…
Sono piccole cose, ma potenzialmente grandi cose.
Ci sto pensando, ne ho fatto oggetto di discussione oggi al parco ma non sempre anche una sola ora in meno è possibile.
Allora dopo l’ennesima giornata al ritmo di una trottola mi sono riletta il testo della canzone e …
“se la notte non ha le stelle che paura l’oscurità, leggi il foglio delle cose belle ed il sole tornerà!”
Senaida dice
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