Con l’avvicinarsi del natale torna il solito ritornello: “voglio in regalo un cellulare”. Richiesta fatta da bambini sempre più piccoli. Che fare?
Non c’è una regola comune di comportamento, c’è chi cede dicendosi “tanto che male c’è”, chi tiene duro e ha figli di 13 anni senza l’amato bene e chi si pone mille domande.
Secondo un’indagine condotta nel 2012 (e in 3 anni le cose, a intuito, sono drasticamente cambiate) da Eurispes, su un campione di 1.100 bambini e 1.523 ragazzi:
– il 62% dei bambini di età inferiore a 12 anni in Italia ha un telefonino personale che usa per molte ore al giorno per giocare, inviare messaggi e foto, telefonare, collegarsi a internet e a social network
– il 44,4% dei bambini ha già un cellulare tra i 9 e gli 11 anni, mentre il 17,6 % ne possiede uno addirittura a 7 anni
– il 21,9% dei ragazzi lo usa un’ora al giorno, il 14,7% da una a due ore, il 14,5% fino a quattro ore. Solo il 7,2% non lo usa mai
– 1,2% dei ragazzi italiani non possiede un telefonino.
Gli esperti consigliano di non autorizzare il cellulare prima dei 12 anni per via di rischi di tipo fisico e psicorelazionale.
In merito ai rischi di tipo fisico esistono versioni contrastanti: secondo alcune fonti, non ci sarebbe nessun rischio, mentre alcuni neurologi sostengono che sia impossibili escludere il danno che potrebbero provocare le onde elettromagnetiche emesse dai cellulari se entrano in contatto per diverse ore con l’orecchio o la testa di un ragazzino, il cui organismo è in pieno sviluppo.
Al momento non esiste una versione univoca e per avere maggiori certezze sarà necessario attendere ancora diversi anni, quando saranno pubblicati i risultati di Cosmo, ossia Cohort Study on Mobile Phones, il più ampio studio sulla sicurezza dei telefonini condotto da consulenti del governo inglese in materia di tecnologia. Senza risultati certi, per precauzione è meglio evitare che l’organismo di un bambino piccolo sia esposto a lungo alle radiazioni elettromagnetiche.
In merito ai rischi del telefonino in quanto strumento di comunicazione, questi sono legati all’uso che il bambino/ragazzo ne fa e a quanto e come i genitori vigilano. Un cellulare con un accesso a internet consente di appropriarsi di informazioni, immagini e contenuti anche non adatti all’ età, con il rischio che il bambino possa subire dei traumi o che, addirittura, finisca su qualche sito pedopornografico. E anche senza la connessione è importante vigilare. Tanti telefoni dispongono infatti della tecnologia Bluetooth, che permette di scambiare informazioni o dati personali nelle immediate vicinanze. A chi ha cattive intenzioni basta poco: è sufficiente regalare una ricarica per ottenere nomi e indirizzi dai ragazzini. Da non dimenticare inoltre che spesso i nuovi smartphone dispongono di funzioni sconosciute ai genitori che, quindi, non sono in grado di gestire e controllare. Per tutti questi motivi, l’ideale sarebbe permettere il cellulare dai 12 anni in su, quando il fisico è più sviluppato e quindi i rischi per la salute diminuiscono e quando un ragazzino è in grado di capire e di conseguenza gestire lo strumento e gli eventuali pericoli a esso connesso. A questa età, inoltre, si inizia a uscire da soli e il cellulare ha anche la funzione di reperibilità e controllo. Sarebbe utile che i genitori prima e i ragazzi poi, capissero che il telefonino non è uno status symbol ma uno strumento utile e soprattutto che il controllo dell’adulto non venga mai meno. Adulti che devono, dal canto loro, prendere consapevolezza anche delle proprie lacune tecnologiche per affrontare discorsi e controlli corretti con i propri figli.
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