Alla scuola materna di Supernano c’erano 3 fratellini gemellini, di cui due disabili. Quando se ne parlava tutti volgevano il pensiero ai genitori. Un giorno, l’ennesima volta in cui si parlava della “sfiga” di quella mamma io esplosi “e al fratellino sano nessuno pensa?”. Mi guardarono come se fossi una pazza. Spiegai della responsabilità di cui potrebbe essere caricato, di un eventuale senso di colpa per essere l’unico sano fra i suoi fratelli, di un’eventuale gelosia verso i fratellini bisognosi di cure. Insomma apparenti banalità a cui nessuno pensava.
La discussione finì lì e anche io accantonai il problema che mi tornò in mente quando su “radiomamma” lessi in un articolo l’intervista al Direttore della Onlus “l’Abilità” (http://www.labilita.org/) che ha organizzato un percorso di ascolto e attività educativa per fratelli e sorelle di bimbi con disabilità. Sono dieci incontri gratuiti, a cadenza quindicinale, divisi per età: 3-5 anni, 6-9 anni, 10-13 anni e 14-18 anni. I gruppi sono coordinati da un educatore e da uno psicologo dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. I due professionisti preparano 10 attività ludico-educative diverse, per i 10 incontri, con un unico filo conduttore: far star bene i partecipanti.
Non è un gruppo di cura: non si va in cura perché si ha un fratello disabile, e non si è obbligati a parlare di sé; non è detto inoltre che i fratelli abbiano bisogno di essere supportati in quanto molto dipende da come vivono la disabilità i genitori, dal clima famigliare, dalla patologia del bambino.
Spesso il fratello di un bimbo disabile va incontro a due processi: da piccoli cercano di eccellere molto nelle aree scolastica, sociale e sportiva, come per compensare, e da adulti cercano professioni socio educative. Questi percorsi vogliono invece dare identità a sorelle e fratelli. Come a dire: “puoi fare l’ingegnere e non devi vincere per forza la maratona, non è necessario, puoi fare quello come vuoi, sei una persona.
Grazie per questo articolo, avendo un caso in famiglia, capisco benissimo “il fratellino sano”.
Se non ti dispiace vorrei ospitare questo tuo articolo sul mio blog, grazie.
volentieri. grazie!