Supernano, considerato il suo mese di nascita, potrebbe andare a scuola un anno prima. Fisicamente è molto più grande dei suoi coetanei, ha una motricità molto sviluppata e le educatrici della scuola materna sostengono che sia più avanti rispetto al gruppo dei coetanei. Complice anche la frequentazione di bambini più grandi di lui nei confronti dei quali non sfigura. Mah…!!!
Se ne è parlato molto con Papà Chef e le altre mamme. La decisione finale è stata: NO! Frequenterà un altro anno di scuola materna. Non voglio privarlo di tante ore di gioco e obbligarlo anticipatamente allo studio che verosimilmente lo accompagnerà poi per molti anni. Per crescere ci vuole tempo e si ha diritto a restare bambini per il tempo necessario!
Dal punto di vista intellettivo e della capacità di apprendimento i bambini di oggi sono preparati ad affrontare in anticipo la scuola elementare (anzi, scuola primaria come si chiama oggi anche se tutti se ne dimenticano), sia perché spesso a 4 anni hanno già i primi rudimenti di scrittura-lettura-calcolo, sia perché sono in grado di rapportarsi bene con gli altri bambini e adulti.
Ma l’inserimento precoce toglie loro tempo al gioco, alla creatività, allo sviluppo della fantasia tipici del periodo della scuola materna; alle elementari, necessariamente, i bambini devono sviluppare un’eccessiva concentrazione e stare seduti diverse ore al giorno.
Gioco e riposo sono questi i primi rimpianti dei bambini anticipatari. Vale la pena sacrificarli per imparare a leggere e scrivere 1 anno prima? L’ingresso nella scuola dell’obbligo non è solo acquisire nozioni ma anche e soprattutto uno sforzo di adattamento a ritmi e compiti diversi da tutto ciò che si è fatto negli anni della scuola dell’infanzia. Cambiano inoltre le relazioni tra coetanei, perché cambia il modo di socializzare dei bambini… il salto è dunque notevole!
Arianna dice
Mi permetto di dissentire, da ex-bambina anticipataria 🙂
Ho fatto quella che all’epoca si chiamava “primina” (non so che nome abbia adesso dopo le mille rivoluzioni), perché la maestra dell’asilo segnalò a mia madre che durante le lezioni di pre-scrittura mi annoiavo, visto che, causa mia curiosità incoercibile, i miei genitori erano stati costretti ad insegnarmi a leggere e scrivere per conto loro. Mia madre racconta di settimane di crisi esistenziali, prima di prendere la decisione di farmi fare l’esamino per l’ammissione diretta in seconda.
Col senno di poi, la ringrazio ogni giorno per questo.
Non tutto è stato rose e fiori, lo devo riconoscere. Il fatto di entrare in una classe di bambini che si conoscono già da un anno sicuramente si sente, come le differenze fisiche rispetto ai compagni di classe alla scuola media, in cui da un giorno all’altro ti ritrovi bambina seduta accanto ad una ragazza a cui è cresciuto il seno. E poi, impagabile, la soddisfazione di mandare in giro il proprio curriculum e sentirsi dire “22 anni?? Ed è già laureata??”.
Non è una regola di vita, sicuramente, però come in tutte le cose non si può generalizzare. Non è detto che “togliere” un anno di gioco ad un bambino lo turberà, a me non è pesato, gli anni della scuola elementare non li ho vissuti come una coercizione o subendo la disciplina impartita, non mi è mancato il gioco o il riposo, che sono stati sempre presenti in ogni giornata, dopo la scuola.
Come in tutte le cose che riguardano i figli, ogni caso è un caso a sé 🙂
Mamma Medico dice
Sono d’accordo con te, ogni caso è a sè. Ed è altrettanto vero che proiettandosi nel futuro è importante il recupero di un anno. Ma noi abbiamo messo sul piatto della bilancia pro e contro, anche confrontandoci con altri genitori nella stessa situazione e siano giunti alla conclusione che il nostro “terremoto”, pur curioso e desideroso di imparare a scrivere a fare calcoli, avrebbe potuto avere difficoltà di adattamento.
Ti ringrazio per il tuo contributo e ti aspetto ancora nel mio blog.