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Ti trovi qui: Home / Varie / La disidratazione nei bambini: cos’è? Come si cura?

La disidratazione nei bambini: cos’è? Come si cura?

28 Aprile 2014 by Mamma Medico 11 commenti

malattia

Si parla comunemente di disidratazione come temibile complicanza delle gastroenteriti, croce di ogni genitore. C’è chi vaccina i bambini per il roravirus, chi li tiene a casa da nido o materna in corso di epidemia, chi, come la sottoscritta incrocia le dita sperando nel fato e in ormai grossi anticorpi…
Ma cos’è questa” famosa” disidratazione?
La disidratazione è la situazione che si verifica quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma e quindi non ha abbastanza acqua e altri liquidi per svolgere le normali funzioni.
La disidratazione può colpire chiunque, ma i bambini piccoli, gli anziani ed i malati cronici sono maggiormente a rischio.
Diarrea, vomito o rialzo febbrile, sintomi della gastroenterite acuta, sono i principali responsabili della disidratazione soprattutto in neonati e  bambini piccoli. In tal caso il vero problema è che la disidratazione può presentarsi già dopo 12-24 ore dalla comparsa dei primi disturbi e  le vere problematiche non sono legate solo alla mancanza di acqua ma anche allo squilibrio dovuto al deficit di apporto dei sali minerali.
Altra causa è la  sudorazione eccessiva soprattutto durante un’attività fisica intensa o quando il tempo è caldo e umido. Tuttavia è possibile disidratarsi anche d’inverno, se non si reintegrano i liquidi persi.

Sintomi:
– secchezza delle mucose (bocca secca, scarsità di lacrime)

– pelle secca
– infossamento degli occhi
– stato di sonnolenza o agitazione
– mal di testa
– depressione della fontanella anteriore cranica nel caso dei neonati
– scarsità di urina: i neonati possono non bagnare il pannolino per più di tre ore oppure i bambini e gli adolescenti possono non urinare per otto ore o più
– pressione bassa
– tachicardia
– nei casi più gravi delirio e perdita di conoscenza
Diagnosi:
Il medico può diagnosticare la disidratazione basandosi sui sintomi fisici come occhi infossati, secchezza cutanea e delle mucose ma anche tramite la valutazione dei parametri vitali: pressione bassa, tachicardia. Per confermare la diagnosi possono essere utili esami del sangue (soprattutto elettroliti e funzionalità renale) e delle urine
Complicanze:
Tra le complicazioni gravi della disidratazione vi sono:
–  convulsioni: a causa di alterazioni elettrolitiche si possono verificare contrazioni muscolari involontarie e, in alcuni casi, si può anche perdere conoscenza
–  shock ipovolemico (dovuto alla scarsità del volume di sangue circolante). È  una delle complicazioni più gravi, e a volte fatali, della disidratazione. Si verifica quando il volume del sangue circolante è troppo scarso: la pressione si riduce repentinamente, così come la quantità di ossigeno presente nell’organismo
–  insufficienza renale: si verifica quando i reni non sono più in grado di espellere liquidi e sostanze di rifiuto in eccesso
–  coma fino alla morte: se non curata tempestivamente e in modo adeguato, la disidratazione grave può essere fatale.
Quando bisogna chiamare il medico?
Nel caso di adulti sani solo se si avvertono i sintomi della disidratazione grave, ad esempio una forte sete, scarsità di urina, pelle molto secca e asciutta, capogiri e confusione. Per quanto riguarda i bambini e gli anziani le cautele devono essere maggiori ed è indispensabile l’accesso al pronto soccorso in caso di numerose e incontrollabili scariche diarroiche, se è presente sangue nelle feci, se il vomito è continuo senza riuscire a trattenere alcun liquido; se il bambino è irritabile, disorientato o è molto meno attivo del solito.

Terapia:
L’unica terapia efficace per la disidratazione è reintegrare i liquidi e gli elettroliti persi. Nel caso di bambini che hanno la diarrea, vomitano o hanno la febbre è indispensabile una soluzione reidratante orale.  Queste soluzioni contengono acqua e sali in adeguate proporzioni  e servono per reintegrare sia i liquidi sia gli elettroliti persi. Bisogna  continuare a somministrare i liquidi senza alcuna fretta, finché le urine del bambino non diventano trasparenti. Se il bambino vomita, diminuire la quantità e aumentare la frequenza di somministrazione, ad esempio un cucchiaio a intervalli di pochi minuti. Se nemmeno così il bambino smette di vomitare, è consigliabile aspettare mezz’ora o un’ora e riprovare. Le soluzioni reidratanti dovrebbero essere assunte in piccole quantità e frequentemente (cucchiai o piccoli sorsi) a temperatura ambiente.
Se si allatta al seno bisogna continuare magari integrando anche con una soluzione reidratante con il biberon. Se invece l’allattamento è artificiale si può passare a un latte senza lattosio finché la diarrea non scompare; il latte non deve essere mai diluito più di quanto consigliato dalle istruzioni.  Non somministrare bevande gassate, bevande contenenti caffeina, succhi di frutta o frullati che potrebbero contenere troppo zucchero e troppo poco sodio per reintegrare gli elettroliti persi.
Per quanto riguarda invece gli adulti che soffrono di lieve disidratazione dovuta a  diarrea, vomito o febbre, è sufficiente bere più acqua.
Solo nel caso di disidratazione grave sia per bambini che per adulti i liquidi devono essere somministrati  tramite flebo e non per via orale perché l’idratazione endovenosa permette all’organismo di assimilare più velocemente l’acqua e le sostanze nutritive rispetto alle semplici soluzioni orali
Chiaramente non tutti i bambini o gli adulti con gastroenterite si disidratano e questo perchè più o meno consciamente l’organismo mette in moto fenomeni prenventivi.
Per prevenire la disidratazione è infatti indispensabile bere molto oppure in particolari condizioni climatiche o di esercizio fisico  consumare alimenti ricchi di acqua, ad esempio la frutta e la verdura. In corso di malattia ai primi sintomi, bisogna bere acqua o una soluzione reidratante senza aspettare che compaia la disidratazione.
In corso di attività sportiva bisogna reintegrate i liquidi a intervalli regolari, e continuare a bere (acqua o altri liquidi) anche dopo la fine dello sforzo.  Quando ci si trova in un ambiente caldo o umido è necessario bere di più per abbassare la temperatura corporea e per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione. Anche nei climi freddi può essere necessario bere di più, se si suda molto e si indossano capi isolanti.

 

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Commenti

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  2. Mamma Medico dice

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