Quando ho cominciato a scrivere sul blog ho precisato che non avevo assolutamente intenzione di sostituirmi ad un consulto medico vero proprio ma solo essere un supporto nella gestione delle “pratiche sanitarie” e non, dei bambini. Ho tentato e tento di spiegare sintomi e cause delle patologie comuni, dato consigli su piccoli traumi o sul vissuto quotidiano. Mai e poi mai consiglierei farmaci se non dando indicazioni a carattere generale.
Ma nonostante questo spesso ricevo quesiti molto specifici sia per eventuali terapie sia per diagnosi. E non sempre, per ovvi motivi, è facile rispondere.
È da un po’ che la sanità deve fare i conti con i nuovi media. Io ne avevo già parlato 2 anni fa. (https://www.mammamedico.it/varie/il-web-prima-fonte-di-informazioni-sulla-salute/).
Secondo un recente studio promosso da Google, l’84% dei pazienti intervistati ha rivelato di utilizzare sia fonti online che offline per valutare le strutture sanitarie. E se il 49% degli interpellati ha confermato di ricorrere solo al consiglio del medico di fiducia, il 77% si e’ affidato ai motori di ricerca, il 76% ha navigato sul sito web di un luogo di cura e il 52% in siti informativi a tema salute. Il 98% dei pazienti effettua la propria ricerca attraverso un pc fisso o portatile, ma cresce la percentuale di quanti dichiarano di utilizzano un tablet o uno smartphone ogni giorno per le ricerche o per la prenotazione di prestazioni mediche.
Inoltre secondo un’ indagine condotta dalla PriceWaterhouseCoopers condotta in 10 Paesi (Danimarca, Germania, Spagna, Regno Unito, Brasile, Cina, India, Sud Africa; Turchia e Stati Uniti), analizzata all’incontro promosso dalla Federazione di Asl e ospedali italiani (Fiaso), in ben il 59% dei casi, le applicazioni web e smartphone della e-health hanno sostituito la tradizionale visita con il medico.
Questa la situazione dei pazienti. Ma i camici bianche cosa pensano? Solo il 27% incoraggia i propri pazienti a fare uso delle nuove tecnologie. E i piu’ refrattari sono i giovani medici che nel 53% dei casi temono di perdere il contatto con il paziente. Il timore generale è che la sanita’ digitale diventi il pretesto per una ‘medicina fai da te’ sicuramente poco efficace oltre che pericolosa e volta al consumismo sanitario, purtroppo già troppo diffuso.
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